Giuseppe Badia

Nacque ad Andretta il 7 novembre 1887. Diplomatosi in maturità classica, si laureò in Giurisprudenza all’Università di Napoli. Entrò in servizio al Ministero di grazia e giustizia il 10 giugno 1913 come uditore giudiziario, essendo destinato al tribunale di Napoli e poi a quello di Imola, con la funzione di vice pretore. Nel 1915 diventò giudice e fu assegnato al tribunale di Vicenza e in seguito, come pretore, presso varie località dell’Italia centrale e meridionale: nel 1920 giunse al tribunale civile e penale di Isernia, dove rimase per due anni prima di essere assegnato al tribunale di Melfi. Forse per motivi politici, fu proposta la sua dispensa dal servizio, contro la quale si schierarono lo stesso presidente di quel tribunale e il procuratore del re. Rimasto in servizio, nel gennaio 1925 ricevette l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine della corona d’Italia. I problemi con il nuovo regime erano però soltanto rinviati: nel 1926 fu escluso dall’ordine giudiziario perché non nascose la sua contrarietà al processo di adeguamento del sistema giudiziario al fascismo.
Esercitò la professione forense a Milano, presso lo studio di un noto avvocato civilista e solo con la caduta di Mussolini poté tornare a svolgere l’attività giudiziaria: nominato consigliere di Corte di Cassazione, fu tra i dodici magistrati allontanati dal fascismo riassunti nel 1944 dal governo Bonomi. Destinato prima alla sezione civile della Corte, fu poi assegnato alla sezione speciale di Milano per esaminare i ricorsi contro le sentenze delle Corti d’assise straordinarie per il reato di collaborazionismo con i tedeschi. Dal 1947 ricoprì l’incarico di consigliere della Corte Suprema di Cassazione nella II sezione penale e presso le Sezioni unite penali. Con il grado di presidente di sezione fu collocato a riposo nel novembre 1957.
La sua opera di magistrato fu molto stimata e il 2 giugno 1958 venne insignito dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
Ritiratosi nel suo paese natale, morì l’11 maggio 1966.

Matteo Stefanori