Francesco Filippo Paolo Amatucci

Nacque ad Avellino il 5 febbraio 1875. Laureatosi in Giurisprudenza, si dedicò da subito alla professione forense. Sin da questo periodo si avvicinò tuttavia alla politica.
Nel 1902 A. fu eletto nel consiglio comunale di Sorbo Serpico, paese di origine della famiglia. Nel 1908 fu invece eletto consigliere provinciale del mandamento di Volturara Irpina, rappresentandolo sino al 1923. Assessore alle finanze dell’amministrazione provinciale, fu il più stretto collaboratore di Carlo Vittorio Cicarelli, deputato del collegio di Atripalda sin dal 1904. Al ritiro di questi, nel 1919, si presentò alle elezioni politiche nella lista demoliberale di sinistra capeggiata da Ettore Tedesco e Alfonso Rubilli, ai quali si era andato progressivamente avvicinando. Tuttavia fu eletto alla Camera solo nella successiva tornata elettorale del 1921.
Iscrittosi al gruppo parlamentare della Democrazia sociale, A. avversò il fascismo sin dal suo avvento. Nella campagna elettorale per le elezioni dell’aprile 1924 si presentò con una lista indipendente, l’unica in grado di contrapporsi, almeno nell’avellinese, al “listone” fascista. Tuttavia non risultò eletto. Più volte minacciato dai fascisti, dopo la crisi Matteotti si collocò su posizioni aventiniane aderendo, nel novembre 1924, alla neocostituita Unione nazionale nata su impulso di Giovanni Amendola. Nel giugno 1925, in rappresentanza dell’Irpinia, A. partecipò anche al I Congresso del partito, entrando nel nuovo Consiglio direttivo. In seguito al consolidamento del regime A. si tenne tuttavia in disparte dalla vita politica, dedicandosi quasi esclusivamente all’esercizio della professione forense.
In seguito alla caduta del fascismo A. divenne uno degli uomini chiave della transizione politica regionale. Dall’ottobre 1943 al giugno 1944 fu Commissario straordinario dell’amministrazione provinciale su incarico dell’Amministrazione militare alleata (Amgot). Un ruolo che egli ricoprì nuovamente a partire dal novembre 1945. Nel frattempo A. aderì al Partito democratico del lavoro (Pdl), divenendone subito l’incontrastato leader provinciale. Nell’autunno 1945 fu designato dal comitato regionale campano del partito in seno alla Consulta nazionale e successivamente fu candidato alle elezioni per l’Assemblea costituente nella circoscrizione Avellino-Salerno. Non fece tuttavia in tempo ad assistere alla sua elezione.
Morì a Roma il 1 giugno 1946.

Leonardo Pompeo D’Alessandro