Vittorio Campanile

Nacque a Monteforte Irpino il 29 luglio 1898 da Giovanni e da Mariannina Sensale. Dopo aver partecipato al primo conflitto mondiale aderì al movimento nazionalista e nel 1923 confluì nel Partito nazionale fascista (Pnf; la data nominale d’iscrizione, però, fu il 1° novembre 1921). Nel 1925 sposò Gemma Testa.
Nel 1930 entrò nei quadri dirigenti del partito assumendo la funzione di membro del direttorio del Fascio di Avellino. La sua nomina rientrava nel più ampio processo di riconfigurazione della classe dirigente del partito a livello provinciale. Seniore fuori quadro della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, il 5 settembre 1935 venne nominato segretario federale di Avellino. La nomina di C., funzionario di banca privo di adeguata esperienza politica, è stata letta come rappresentativa del fenomeno di subordinazione della direzione del partito al potere prefettizio.
La prima parte del suo ufficio di federale coincise con gli ultimi anni dell’esperienza degli Enti opere assistenziali (Eoa), sostituiti nel 1937 dagli Enti comunali di assistenza (Eca). Le carte d’archivio mostrano come fra 1935 e 1937 C. abbia fatto presente agli organi nazionali del partito la difficoltà di finanziare nuove colonie estive per bambini e abbia richiesto ulteriori stanziamenti per opere assistenziali quali, ad esempio, la distribuzione di pantaloni ai giovani fascisti in difficoltà economica. Nel caso specifico la richiesta fu supportata dal prefetto che espresse preoccupazione per la difficile situazione economica della provincia e per la visita del duce, che avvenne nel 1936, durante il mandato di C. quale capo del partito nella provincia di Avellino. Le richieste di sostegno economico al segretario amministrativo nazionale non si fermarono al 1937, segno della continuazione da parte degli organi di partito dell’opera assistenziale (anche dopo la soppressione degli Eoa) e, soprattutto, della non migliorata situazione economica della provincia. Nel 1939 il segretario amministrativo del Pnf criticò la gestione del partito, con particolare riferimento alle poche ispezioni effettuate.
Consigliere nazionale della Camera dei fasci e delle corporazioni dal marzo 1939, C. cessò da questa carica quando fu sostituito da Carlo Balestra nel ruolo di segretario federale (gennaio 1940). Dopo la fine dell’esperienza di federale e consigliere nazionale, C. non continuò la sua carriera di dirigente politico.
Morì a Roma il 29 giugno 1974.

Giulio Francisci