Nicola Picella

Nacque a Forino, in provincia di Avellino, il 31 ottobre 1911 da Raffaello e Elise Botto. Laureatosi in Giurisprudenza, nel 1935 risultò primo nel concorso in magistratura. Dopo un iniziale periodo come uditore e successivamente come giudice di tribunale, fu incaricato presso l’ufficio massimario della Corte di cassazione per poi essere trasferito all’ufficio legislativo del Ministero di grazia e giustizia.

Nell’ottobre del 1942 sposò Tullia Vailati, dalla quale due anni dopo ebbe un figlio, Nello. Dopo la caduta del regime fu uno dei tanti funzionari che garantirono la continuità dello Stato. Nel giugno del 1944 fu assegnato all’ufficio studi e legislazione della Presidenza del consiglio, dove lavorò al riordinamento della legislazione, all’organizzazione della Consulta nazionale e agli studi preparatori per l’Assemblea costituente.
Il 30 maggio 1947 superò il concorso per referendario al Consiglio di Stato, ma dopo appena un anno fu collocato fuori ruolo per rivestire, presso la Presidenza della Repubblica, l’incarico di capo dell’ufficio per i rapporti con il Parlamento e il Governo.
Nominato consigliere nel gennaio 1951, fino all’aprile 1954 fu assegnato alla Sezione II. Nell’aprile 1954 ottenne l’incarico di segretario generale del presidente della Repubblica Luigi Einaudi, per poi essere nominato, nell’ottobre 1955, segretario generale del Senato, con conseguenti dimissioni, per incompatibilità, dal Consiglio di Stato. Fu comunque nominato presidente di sezione onorario.
Nel gennaio 1965, dopo l’elezione di Giuseppe Saragat alla Presidenza della Repubblica, tornò nuovamente al suo incarico di segretario generale presso il Quirinale, poi confermato anche dal nuovo presidente della Repubblica Giovanni Leone. Contestualmente venne rinominato consigliere di Stato.
Membro della massoneria, nel corso degli anni strinse anche rapporti con Licio Gelli. Il suo nome ‒ come risulta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta ‒ comparve già nel 1976 in un elenco di aderenti alla loggia P2. Morì a Roma il 19 luglio 1976.

Leonardo Pompeo D’Alessandro