Francesco De Sanctis

Nacque a Morra Irpina (oggi Morra De Sanctis) il 28 marzo 1817 da Alessandro e Maria Agnese Manzi, in una famiglia di piccoli proprietari e di professionisti. Compì essenzialmente studi letterari. A sedici anni entrò nella scuola di lingua italiana del celebre esponente del purismo napoletano, il marchese Basilio Puoti, in cui pubblicò i primi testi a stampa e praticò le prime esperienze di insegnamento (che sarebbe poi rimasta la sua professione prevalente). Il metodo critico e l’atteggiamento politico ideologico di D. però maturarono nel corso del decennio 1838-48, di pari passo al nascere di nuove relazioni culturali e amicali, a fondamentali letture di estetica, di storia della critica, di filosofia della storia.
Nel 1848 partecipò ai moti liberali, venendo per questo rimosso dall’insegnamento e in seguito (con l’accusa di essere uno dei principali organizzatori della setta diretta da Giuseppe Mazzini) incarcerato. Nel 1853, condannato all’esilio, riuscì a riparare a Torino, dove riprese a insegnare e tenne con successo lezioni pubbliche su Dante e la Divina Commedia. Si spostò poi a Zurigo (1856), dove aveva ottenuto la cattedra di Lingua e letteratura italiana. Nel 1860, nel quadro degli anni decisivi del Risorgimento, Garibaldi gli conferì l’incarico di governatore del Principato Ultra, che egli ricoprì rivelando notevoli doti organizzative. Successivamente fu nominato direttore dell’istruzione nella luogotenenza di Napoli.
D. si sarebbe sposato a Napoli, nel 1863, con Maria Teresa Testa dei baroni Arenaprimo e non avrebbe avuto figli.
Fu rieletto deputato per ben otto legislature (dal 1861 al 1883, data della sua morte) con la sola interruzione del biennio 1865-66 e ricoprì in più occasioni l’incarico di ministro dell’Istruzione con un programma volto a costruire una scuola pubblica, laica e aperta a tutti, finalizzata alla crescita intellettuale e civile dei ceti deboli.
Nei primi anni Settanta pubblicò importanti monografie, tra le quali la Storia della letteratura italiana, (uno dei libri cruciali della cultura dell’Italia appena unificata). Nel 1871 D. ebbe la cattedra di Letteratura comparata all’Università di Napoli. Nel 1880, a causa di una grave malattia agli occhi, si ritirò dalla scena politica.
Morì il 29 dicembre 1883 a Napoli.

Elena Vigilante