Alfonso Rubilli

Nacque il 18 febbraio 1873 ad Avellino. Terminati gli studi classici, R. si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza a Napoli. Laureatosi nel 1895, sarebbe diventato avvocato nel 1904.
Il suo interesse per la politica fu assai precoce. Vicino alle posizioni del Partito radicale, il suo attivismo si esplicò sin dal 1892 in feroci polemiche apparse sulla stampa locale. Nel 1903, fu tra i protagonisti della vittoria dell’Unione dei partiti popolari, alleanza di liberali democratici, radicali e socialisti e dell’ascesa del socialista Remigio Pagnotta a sindaco di Avellino, con R. subito nominato assessore. L’esperienza amministrativa con i socialisti ebbe però breve durata. Nel 1905 Avellino tornò ad essere governata da una coalizione conservatrice.
Il progressivo distacco dai socialisti locali non arrestò però la sua ascesa. R. fu eletto deputato nel 1913. R. sarebbe stato rieletto parlamentare anche nel 1919 e nel 1921, raccogliendo consensi crescenti e arrivando a diventare sottosegretario all’Industria e commercio nel quinto ministero guidato da Giovanni Giolitti, dal giugno 1920, fino al mese di luglio dell’anno successivo.
R., dopo la salita al potere di Mussolini si schierò contro il nascente regime. Nel 1924 riuscì a farsi rieleggere alla Camera dei deputati. Non partecipò alla secessione dell’Aventino, ma fu tra i pochi parlamentari a votare contro la fiducia al governo nell’autunno del 1924.
Messo ai margini dal fascismo, si dedicò, con successo, alla professione forense. Negli anni Trenta dedicò tutte le sue energie alla nascita di una casa di riposo per anziani ad Avellino, che avrebbe aperto nel 1940.
Nel 1943 R. venne eletto presidente dell’Ordine degli avvocati di Avellino, incarico che rivestì fino al 1947. La caduta della dittatura fascista segnò anche il suo ritorno alla vita politica, nelle fila della Democrazia del lavoro, per poi passare, nel 1947, nel Partito liberale. Fu prima membro della Consulta nazionale e, nel 1946, venne eletto nell’Assemblea costituente. Nel 1948 R. fu nominato senatore di diritto.
Morì nel capoluogo irpino il 7 gennaio del 1960.

Mario De Prospo